sabato 1 marzo 2014

Quando la mente corre...

Marina Borruso. Essere nel presente

Ho comprato questo libro per disperazione. Non ne potevo più di avere il cervello sempre in moto, di non riuscire a fermarlo, di non essere capace a rilassare i neuroni. Poi ho capito che ero continuamente fuori tempo.
Ero nel passato, a ricordare gli eventi successi, a ripetere i dialoghi per reimpostarli e raccontarmi “Avrei potuto dire questo” oppure “Avrei potuto fare quest’altro”, a ripensare ai ricordi, all’infanzia, all’adolescenza. E a domandarmi perché. Perché quel gesto? Perché quelle parole?

Oppure ero nel futuro, a progettare la mia esistenza, a programmare le giornate, le settimane, i mesi e gli anni. A pensare agli obiettivi da conseguire, da inseguire, da realizzare.
Quando in libreria ho afferrato questo libro “Essere nel presente” ho pensato: “Quindi, esiste un tempo presente!”. Era la mia salvezza. E fu la mia salvezza. Da quel libro, si è aperto un mondo nella direzione della crescita spirituale.
Ho imparato che la mente non è possibile fermarla, ma è possibile rallentarla. Per esempio, spostando l’attenzione all’interno del nostro corpo. Ho imparato ad ascoltare la paura, a vedere la paura, ad entrare nella paura. E più ero orientata al futuro, più avevo paura. Che fatica! 
Quando, invece, ero sincronizzata col passato, scattava la colpa di cose dette o non dette, di cose fatte o non fatte. Ho scoperto che si può entrare nel dolore della colpa, per liberarsene.
L’ego genera emozioni e comportamenti: se provi rabbia, ti comporti da vittima della vita; se provi invidia, ti muovi credendo di essere inferiore; se provi paura, agisci in modo spaventato; se ti senti in colpa, vai in giro sentendoti colpevole. E quindi, corriamo, come un coniglio dietro la carota che l’ego ci sventola sotto il naso.
Con questo libro, ho  scoperto che esiste un tempo “presente”. Ho imparato a “stare nel presente”. Ho scoperto che il presente è una cosa meravigliosa, perché la paura si dissolve, così come la rabbia, il dolore e la colpa. E sopraggiungono la gioia e la fiducia.
Ho applicato “l’essere presenti” alle piccole azioni quotidiane: mangiare, fare la spesa, leggere, parlare con gli altri, osservare gli altri.
Ho conosciuto Marina Borruso ad una conferenza e quando l’ho vista ho avvertito un senso di pace.
Ma come si fa ad essere presenti? Ascoltando il corpo, invece della mente. Sentire, invece di pensare. Osservare senza giudizio, invece di criticare.

Facile? Per niente. Ci vuole impegno e costanza. Poi ci si abitua. E non si torna più indietro. La consapevolezza ti porta avanti. 
Ti fa evolvere. 

Nessun commento:

Posta un commento